Guidare un’auto intestata a un’altra persona è una pratica molto diffusa, ma ancora oggi suscita dubbi e domande. In molti si chiedono se si può guidare l’auto di un’altra persona senza rischiare multe o complicazioni con l’assicurazione. È fondamentale conoscere le regole e le eccezioni previste dalla normativa, distinguendo tra uso saltuario e abituale, per evitare sanzioni e per garantire una copertura assicurativa corretta. Vediamo nel dettaglio tutto quello che occorre sapere su questo tema.
Si può guidare una macchina non intestata a me?
La normativa italiana consente di guidare un’auto non intestata al conducente, purché ciò avvenga in modo occasionale e senza finalità commerciali. Il Codice della Strada stabilisce che il veicolo può essere utilizzato da un conducente diverso dal proprietario, a condizione che sia stato autorizzato e che l’uso non superi determinati limiti temporali. Superata una certa durata, infatti, scattano obblighi di registrazione e comunicazione al PRA per evitare sanzioni amministrative. Il principio generale è che il proprietario del veicolo resta sempre responsabile in termini amministrativi, mentre chi si mette alla guida risponde per eventuali infrazioni commesse durante la circolazione. La normativa distingue l’intestatario del mezzo dal conducente effettivo, e consente la guida di auto non intestata purché non si trasformi in un utilizzo abituale e prolungato.
È importante chiarire la differenza tra chi è intestatario del libretto e chi utilizza concretamente l’auto. Il primo è il responsabile formale del veicolo, mentre il secondo risponde delle condotte di guida. Questa distinzione ha implicazioni pratiche in caso di multe o incidenti, per evitare equivoci e sanzioni. Quando la guida di un’auto non intestata si prolunga oltre 30 giorni consecutivi, la legge impone di formalizzare una delega scritta e di registrare l’utilizzatore presso il PRA. Questo obbligo è pensato per tracciare in modo chiaro chi utilizza stabilmente il veicolo e tutelare sia il proprietario sia eventuali terzi coinvolti in incidenti.
Differenze tra guidare l’auto di un familiare e di un conoscente
Guidare l’auto di un familiare
Le polizze RC Auto di norma estendono la copertura ai membri del nucleo familiare che convivono con il proprietario, a meno che non vi siano esclusioni specifiche nel contratto. Per i familiari conviventi non è in genere richiesta alcuna delega scritta, né obblighi di comunicazione particolari, purché la convivenza sia dimostrabile in caso di controllo.
Se invece il familiare non convive con il proprietario, valgono le regole generali sull’uso prolungato: oltre i 30 giorni è obbligatorio registrare l’utilizzatore abituale al PRA e comunicare la situazione alla compagnia assicurativa. Anche tra familiari, una delega scritta può essere utile quando l’utilizzo è continuativo e il conducente non è convivente.
In questo modo si evita qualsiasi contestazione durante controlli stradali o in caso di sinistro. Un uso prolungato di un’auto intestata a un familiare può, in alcuni casi, essere oggetto di controlli fiscali, soprattutto se vi sono discrepanze tra la disponibilità del bene e l’intestazione formale del veicolo.
Guidare l’auto di un familiare convivente è generalmente meno problematico rispetto a un veicolo di un estraneo. La normativa agevola l’utilizzo di auto intestate a familiari, specie se conviventi, prevedendo semplificazioni sia dal punto di vista della registrazione sia per quanto riguarda la copertura assicurativa.
Guidare l’auto di un conoscente
Inoltre è opportuno verificare le condizioni dell’assicurazione, perché alcune polizze possono escludere la copertura se il conducente non è indicato nel contratto. La legge non agevola l’utilizzo dell’auto di un amico o conoscente nello stesso modo previsto per i familiari conviventi. Il prestito deve essere documentato e il conducente non può considerarsi coperto automaticamente dall’assicurazione.
La copertura assicurativa va verificata attentamente, perché in caso di guida di auto non intestata a un parente convivente, potrebbero esserci franchigie o addirittura esclusioni. Se si verifica un incidente con danni a terzi, il risarcimento spetta all’assicurazione. Tuttavia, se la polizza non copre il conducente diverso dal proprietario, la compagnia potrebbe rivalersi nei confronti del guidatore.
Guidare un’auto di un conoscente comporta regole più rigide rispetto a quelle previste per i familiari. In questo caso è fortemente consigliato stipulare una delega scritta che attesti la concessione d’uso, specie se il prestito si protrae per più giorni.
Se il conducente è diverso dal proprietario si rischia una multa?
Guidare un’auto intestata ad altri non costituisce automaticamente un illecito, a patto che si rispettino le norme sul periodo massimo di utilizzo e sulla registrazione del conducente abituale. Il Codice della Strada permette la guida occasionale senza problemi, ma prevede sanzioni se l’utilizzo si protrae oltre 30 giorni senza le dovute comunicazioni al PRA. Il Codice della Strada non obbliga a coincidere tra intestatario e conducente, ma richiede di aggiornare i registri se vi è un utilizzo continuativo. Chi omette di comunicare l’utilizzo abituale di un’auto non intestata rischia una sanzione amministrativa che può essere anche rilevante.
Per la guida occasionale non sono previste multe, mentre per la guida abituale senza registrazione il rischio di sanzioni è concreto. Durante un controllo, avere a bordo una delega scritta o una dichiarazione firmata dal proprietario può aiutare a chiarire immediatamente la legittimità dell’utilizzo. I veicoli aziendali o in leasing non sono soggetti agli stessi obblighi di registrazione, poiché sono già regolati da contratti specifici che stabiliscono chiaramente chi è autorizzato alla guida.