Nel dibattito attuale sulla transizione energetica, gli e‑fuel stanno guadagnando spazio come possibile alternativa ai combustibili fossili tradizionali e come complemento alla mobilità elettrica. Con l’avvicinarsi delle scadenze europee per la riduzione delle emissioni, la curiosità e l’interesse verso questi carburanti sintetici è cresciuta in modo esponenziale. Questo articolo analizza in modo approfondito cosa sono, come funzionano, quali benefici possono offrire e quali ostacoli pongono. È una guida utile per chi vuole capire se e come gli e‑fuel potranno integrarsi nel futuro della mobilità.

Qual è il significato di e-fuel?

Con il termine e‑fuel si indicano carburanti sintetici ottenuti utilizzando energia elettrica, idrogeno e anidride carbonica. L’obiettivo è produrre combustibili alternativi ai fossili che possano alimentare i motori a combustione interna riducendo al minimo le emissioni climalteranti. Gli e‑fuel sono oggetto di crescente attenzione nel settore automotive, sia per il loro potenziale ruolo nella decarbonizzazione, sia per la possibilità di prolungare l’uso delle tecnologie motoristiche esistenti senza stravolgere infrastrutture e logistica.

Cosa sono gli e-fuel?

Gli e‑fuel, o elettrocarburanti, sono carburanti sintetici prodotti artificialmente attraverso una reazione chimica tra idrogeno verde e anidride carbonica. L’idrogeno viene ottenuto tramite elettrolisi dell’acqua, usando energia elettrica da fonti rinnovabili. La CO₂, invece, viene catturata direttamente dall’atmosfera o da processi industriali. Il risultato è un carburante compatibile con i motori a combustione esistenti, ma neutro dal punto di vista delle emissioni di CO₂, a condizione che il processo sia alimentato esclusivamente da fonti rinnovabili.

L’intero processo di produzione si basa su tre fasi tecniche principali:

  • Elettrolisi dell’acqua per ottenere idrogeno verde, usando solo energia rinnovabile.
  • Cattura della CO₂ tramite tecnologie Direct Air Capture o da fonti industriali concentrate.
  • Sintesi dell’idrogeno e della CO₂ in carburanti liquidi o gassosi attraverso processi come Fischer‑Tropsch o Mobil Process.

I principali vantaggi degli e‑fuel derivano dalla loro compatibilità diretta con i motori e le infrastrutture attuali. Possono essere usati nei veicoli termici esistenti con minime modifiche, rendendoli una soluzione ponte utile durante la transizione energetica.

Quali sono i pro?

E invece i contro?

L’efficienza energetica resta il tallone d’Achille degli e‑fuel. Solo una frazione dell’energia elettrica usata nel processo arriva effettivamente alla ruota del veicolo. Le stime più attendibili parlano di un rendimento tra il 10% e il 35%.

Se la produzione non è alimentata da energia rinnovabile al 100%, il bilancio ambientale peggiora drasticamente, rendendo il carburante più inquinante di quello fossile. Inoltre, c’è il rischio di ritardare la diffusione della mobilità elettrica mantenendo attiva la filiera dei motori termici.

Qual è il prezzo degli e-fuel?

Il costo attuale degli e‑fuel è uno degli ostacoli principali alla loro diffusione. Si stima un prezzo compreso tra 3 e 5 euro al litro, decisamente superiore ai carburanti tradizionali.

Tuttavia, alcune proiezioni indicano che entro il 2050 si potrebbero raggiungere costi inferiori a 1 euro al litro, a patto che la produzione sia alimentata da fonti rinnovabili economiche e su larga scala.

Per rendere questi carburanti sostenibili e accessibili servono condizioni ben precise:

  • Utilizzo di elettricità rinnovabile certificata
  • Cattura di CO₂ atmosferica o biogenica
  • Filiera trasparente e tracciabile
  • Produzione decentralizzata vicina ai siti di utilizzo

Chi opera nel settore automotive deve valutare con pragmatismo il ruolo che gli e‑fuel potranno assumere nei prossimi decenni. Non rappresentano una soluzione universale, ma possono essere strategici in settori dove l’elettrificazione non è realistica. La sfida è concreta, tecnica e industriale: solo una visione a lungo termine potrà definirne il vero impatto.