Scegliere tra GPL e metano significa valutare attentamente il tipo di utilizzo dell’auto, i costi di gestione e l’impatto ambientale. Entrambi i carburanti rappresentano un’alternativa valida alla benzina e al diesel, ma differiscono per tecnologia, risparmio e praticità. Questo articolo approfondisce ogni aspetto tecnico, economico e infrastrutturale per aiutare a capire quale sia la soluzione più adatta alle proprie esigenze, analizzando vantaggi, limiti e aspetti meno noti.
Quali sono le differenze tra metano e GPL?
Quando si parla di carburanti alternativi, GPL e metano sono le scelte più comuni per chi cerca un equilibrio tra risparmio economico e riduzione delle emissioni. Entrambe le soluzioni presentano vantaggi e limiti che devono essere valutati attentamente in base alle necessità di guida, alla tipologia di percorso abituale e alla disponibilità di infrastrutture nella propria zona. La differenza principale sta nella composizione chimica e nella densità energetica: il metano è un gas naturale compresso (CNG) con un potere calorifico inferiore ma un impatto ambientale migliore, mentre il GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) è una miscela di butano e propano, più densa e con una maggiore autonomia.
Il metano ha il miglior bilancio ambientale tra i combustibili fossili, riducendo le emissioni di CO₂ fino al 23% rispetto alla benzina, con livelli di particolato e ossidi di azoto quasi nulli. Questo lo rende ideale per chi ha una sensibilità ecologica elevata o vive in zone soggette a blocchi del traffico per motivi di inquinamento. Il GPL, pur essendo meno performante su questo aspetto, riduce le emissioni di circa il 10% rispetto alla benzina e garantisce comunque una combustione più pulita con minori residui carboniosi, mantenendo un buon compromesso tra prezzo e prestazioni.
Dal punto di vista economico, entrambi offrono un risparmio significativo. Il metano consente un risparmio fino al 50% sui costi di carburante rispetto alla benzina, mentre il GPL si attesta intorno al 30-40%. Il prezzo medio per il GPL varia tra 0,65 e 0,80 €/litro, mentre il metano oscilla tra 0,97 e 1,60 €/kg. I costi di installazione sono mediamente più alti per il metano (fino a 2.500 €) rispetto al GPL (circa 1.800 €), soprattutto per la necessità di bombole ad alta pressione e componenti più robusti.
Pro e contro
- Sul piano dell’autonomia, il GPL offre percorrenze più elevate tra un rifornimento e l’altro, con medie di 350-500 km, mentre il metano si ferma a 200-400 km. Questo significa che un’auto a GPL richiede meno soste durante lunghi viaggi. Le prestazioni possono subire un calo con il metano, fino al 5-10% se non si utilizza una centralina anticipatrice, mentre con il GPL le prestazioni del motore rimangono quasi invariate. Un ulteriore vantaggio del GPL è la velocità di rifornimento: fare il pieno richiede tempi simili a quelli della benzina, mentre il metano, per via delle pressioni elevate, può richiedere qualche minuto in più.
La rete distributiva è un elemento chiave. In Italia il GPL conta circa 4.500 stazioni di servizio, con una copertura capillare che lo rende facilmente accessibile anche in aree meno urbanizzate. Il metano si limita a circa 1.500 punti di rifornimento, distribuiti in modo meno uniforme, con alcune regioni ben servite e altre quasi prive di distributori. Questo fattore è cruciale per chi usa l’auto quotidianamente su percorsi lunghi e non vuole programmare i rifornimenti in anticipo.
GPL e metano sono la stessa cosa?
No, GPL e metano sono due carburanti diversi, sia per composizione che per caratteristiche tecniche. La manutenzione degli impianti varia: i serbatoi GPL vanno sostituiti ogni 10 anni, mentre le bombole di metano devono essere revisionate ogni 4-5 anni. Entrambi richiedono la sostituzione regolare dei filtri, ma il metano offre una combustione più pulita che riduce l’accumulo di residui e prolunga la vita dell’olio motore e delle candele. Alcuni motori progettati per il metano possono raggiungere percorrenze molto elevate con poca usura meccanica, grazie alle temperature di combustione inferiori e alla minore presenza di impurità.
Sul fronte sicurezza, il GPL è un gas più pesante dell’aria e può accumularsi in caso di fuga, motivo per cui ci sono restrizioni di parcheggio in alcuni piani interrati per impianti non omologati ECE/ONU 67-01. Il metano, essendo più leggero dell’aria, si disperde rapidamente e non presenta limitazioni di questo tipo. Inoltre, le bombole di metano sono progettate per resistere a pressioni elevate (fino a 300 bar in test) e sono sottoposte a controlli periodici obbligatori che ne garantiscono la sicurezza.
Quale conviene di più?
La convenienza dipende dall’uso che si fa dell’auto, dai chilometri percorsi annualmente e dalla zona di residenza. In Italia il GPL è più diffuso e garantisce maggiore comodità di rifornimento, mentre il metano è limitato a certe aree geografiche, pur offrendo un risparmio potenzialmente superiore sui costi di carburante.
I fattori principali da valutare sono:
- Costi di rifornimento e di impianto
- Disponibilità di distributori nelle zone percorse
- Autonomia richiesta e frequenza dei viaggi
- Ingombro dei serbatoi nel bagagliaio
- Restrizioni di sicurezza e parcheggio
- Agevolazioni fiscali e accesso alle ZTL
Sul piano tecnico, il metano richiede talvolta una centralina anticipatrice per mantenere buone prestazioni, mentre il GPL è generalmente compatibile con un’ampia gamma di motori a benzina senza modifiche rilevanti. Il tipo di guida influisce molto: chi percorre prevalentemente autostrade o lunghe distanze può beneficiare di un’auto a metano per il risparmio maggiore, mentre chi si muove in città e non vuole rinunciare alla comodità di una rete capillare può trovare nel GPL la soluzione ottimale. Inoltre, valutare i futuri sviluppi delle infrastrutture e degli incentivi statali può essere determinante nella scelta finale.