Il superbollo è un tema che genera spesso dubbi tra automobilisti e appassionati. Questa imposta aggiuntiva, nata per colpire i veicoli più potenti, affianca il bollo auto ma con regole di calcolo e pagamento specifiche. Sapere cos’è, quando scatta l’obbligo e come si calcola è fondamentale per evitare sanzioni e gestire correttamente le scadenze fiscali legate al proprio veicolo. Nel corso degli anni la normativa è stata oggetto di modifiche, ma i punti chiave rimangono: potenza del veicolo, età dell’immatricolazione e corretta tempistica di versamento.

Cos’è il superbollo?


Il superbollo auto è un’addizionale erariale introdotta dal DL 98/2011 e applicata ai veicoli con potenza superiore a una determinata soglia. A differenza del bollo auto, che è una tassa regionale, il superbollo ha carattere statale e confluisce direttamente nelle casse dell’erario. Ciò significa che, pur avendo scadenze legate al bollo, deve essere versato separatamente e con modalità specifiche. L’obiettivo originario del superbollo era quello di tassare maggiormente i veicoli ad alte prestazioni, spesso associati a un utilizzo non strettamente necessario e con un impatto ambientale superiore. Sebbene negli anni siano state discusse possibili modifiche o ipotesi di abolizione, il tributo rimane ancora oggi in vigore.

Il pagamento deve essere effettuato entro la fine del mese successivo alla scadenza del bollo auto. Ad esempio, se il bollo scade a maggio, il superbollo va versato entro il 30 giugno. Questa regola vale sia per veicoli nuovi sia per quelli usati. Conoscere con precisione la scadenza è fondamentale, perché il mancato rispetto può comportare sanzioni elevate fino al 30% dell’importo dovuto. Oltre all’aspetto fiscale, il superbollo ha inciso sulle scelte di acquisto di molti automobilisti italiani, spingendo una parte del mercato verso vetture meno potenti o verso l’immatricolazione all’estero. Rimane quindi un elemento rilevante da considerare nella pianificazione dei costi di gestione dei veicoli di fascia alta.

A partire da quanti cavalli si paga il superbollo?

L’obbligo di pagamento scatta per i veicoli con potenza superiore a 185 kW, equivalenti a circa 252 cavalli. Questo limite rappresenta una soglia che distingue i veicoli di fascia medio-alta e sportiva da quelli più diffusi.

Il soggetto obbligato non è soltanto il proprietario registrato al PRA, ma anche chi dispone effettivamente del veicolo. Conta quindi l’utilizzo concreto, non solo l’intestazione formale. Le situazioni più comuni sono:

  • Utilizzatori in leasing: l’onere grava sull’utilizzatore e non sulla società di leasing. Chi prende in leasing un’auto potente deve considerare anche il superbollo nel calcolo delle spese annuali.
  • Noleggio a lungo termine: di solito è la società di noleggio a farsi carico dell’imposta, ma alcune clausole contrattuali possono ribaltare il costo sul cliente.
  • Comodatari o usufruttuari: chi utilizza il veicolo nella pratica è tenuto al versamento, anche se non è formalmente il proprietario.

Questa regola genera spesso confusione e rende fondamentale verificare con attenzione i contratti. La soglia dei 185 kW, inoltre, ha influenzato il mercato: molti acquirenti hanno preferito modelli depotenziati o con potenze leggermente inferiori per evitare il tributo.

Dal punto di vista pratico, superano la soglia vetture premium e sportive, come berline di lusso, SUV ad alte prestazioni, coupé e supercar. Per queste auto, il superbollo rappresenta un costo aggiuntivo significativo da mettere in conto.

Come si calcola?

Il calcolo parte da 20 euro per ogni kW eccedente i 185 kW. L’imposta si riduce progressivamente in base all’anzianità del veicolo, fino ad azzerarsi dopo 20 anni dall’immatricolazione. Il meccanismo di riduzione tiene conto della svalutazione del mezzo e del minor valore di mercato delle auto più datate.

Esempio pratico: un’auto da 200 kW ha 15 kW eccedenti. Se ha meno di 5 anni, il superbollo sarà 15 x 20 € = 300 €.

Ulteriori esempi rendono chiaro l’impatto:

  • SUV da 250 kW con 7 anni: (250 - 185) x 12 = 65 x 12 = 780 €. La riduzione del 40% abbassa l’importo rispetto ai 1.300 € di un SUV nuovo.
  • Coupé sportiva da 300 kW con 12 anni: (300 - 185) x 6 = 115 x 6 = 690 €. La riduzione del 70% rende l’imposta più sostenibile.
  • Youngtimer da 280 kW con 18 anni: (280 - 185) x 3 = 95 x 3 = 285 €. Un valore ridotto, quasi simbolico, per un’auto che nuova avrebbe comportato migliaia di euro.

Questi esempi dimostrano come l’età del veicolo sia determinante nel calcolo. Un’auto nuova e potente può comportare una spesa molto elevata, mentre la stessa auto, dopo oltre dieci anni, richiede un versamento decisamente inferiore. Per questo motivo molti acquirenti valutano attentamente l’anno di immatricolazione quando scelgono un’auto sportiva usata.

Infine, superati i 20 anni dall’immatricolazione, il superbollo non è più dovuto. Questa soglia rappresenta un incentivo per gli appassionati di auto storiche e youngtimer, che possono godere di veicoli potenti senza ulteriori oneri fiscali.